psicologa psicoterapeuta specializzata in psicoanalisi della relazione e terapia emdr
Esistono diverse forme di esperienze POTENZIALMENTE traumatiche a cui può andare incontro una persona nel corso della vita. La parola 'potenzialmente' si riferisce al fatto che gli eventi non sono traumatici di per sè, ma possono diventare traumatici a causa del loro effetto su un dato individuo. Il grado di traumatizzazione di una persona dipende di pende da due fattori che interagiscono tra loro: le caratterisiche oggettive dell'evento e le caratteristiche soggettive o individuali.
CARATTERISTICHE DEGLI EVENTI POTENZIALMENTE TRAUMATICI
Ci sono eventi che, in potenza, possono essere più traumatizzanti di altri. Questi includono esperienze che sono intense, improvvise, incontrollabili e connotate in modo estremamente negativo. Gli episodi di abuso sessuale e di violenza interpersonale, situazioni che minacciano l'incolumità personale o procurano gravi ferite fisiche comportano un alto rischio di traumatizzazione.
Eventi che non rappresentano una minaccia di vita, ma che rientrano nella sfera delle relazioni di attaccamento, quali la perdita di una persona cara o l'inganno e il tradimento da parte di una figura genitoriale, aumentano il rischio di traumatizzazione.
La trascuratezza interpersonale, sia nell'infanzia che nell'età adulta, è una forma di traumatizzazione in cui vengono a mancare le necessarie cure fisiche o un supporto emotivo adeguato. Ciono esperienze cumulative come vivere in un ambiente domestico insicuro, essere continuamente criticati, essere vittime di bullismo, che possono essere traumatizzanti.
CARATTERISTICHE INDIVIDUALI
Ciò che può aumentare l'impatto di un'esperienza negativa è il significato che gli diamo. Spesso i bambini credono di essere trascurati o abusatio per colpa loro. questo succede o perchè gli stessi adulti che li maltrattano li colpevolizzano, oppure perchè non riescono a triovare delle motivazioni che spieghino perchè le loro figure di accudimento gli fanno del male.
"il trauma non risiede nell'evento esterno che induce dolore fisico o emotivo, e neppure nel dolore stesso, bensì nel fatto di bloccarsi nelle proprie risposte agli eventi dolorosi. Il trauma si produce allorchè non siamo in grado di liberare le energie bloccate, di attraversare, una dopo l'altra, tutte le reazioni fisico-emotive dell'esperienza che ci ha ferito. Il trauma non è quello che ci accade, ma quello che tratteniamo dentro in assenza di un testimone empatico". (G.Maté)
Il disturbo da stess post traumatico (PTSD) è un disturbo d'ansia che può svilupparsi dopo aver vissuto un evento traumatico.
Quali sono i sintomi di PTSD?
1) sintomi di evitamento (Cercare di evitare ricordi, pensieri, sentimenti, luoghi associati all’evento)
2) sintomi intrusivi (rivivere continuamente e in modo involontario l’evento traumatico attraverso pensieri, immagini, percezioni, incubi notturni, flashback. Provare intensa sofferenza psicologica quando si è di fronte a qualcosa che ricorda l’evento)
3) sintomi di iperarousal fisiologico (Senso di allarme e irritabilità, problemi di concentrazione, difficoltà relative al sonno)
4) alterazioni negative del pensiero e delle emozioni (amnesia verso parti importanti dell’evento, persistenti e pervasive convinzioni negative relative a se stessi, agli altri o al mondo, distorti pensieri di colpa e responsabilità verso l’evento o le conseguenze dell’evento, marcata riduzione di interesse verso attività significative, sentimenti di distacco ed estraneità verso gli altri, persistente incapacità a provare emozioni positive).
I traumi vissuti all’interno delle relazioni, specialmente durante l’infanzia, spesso causano uno stato di intensa sofferenza psicologica che si può manifestare in diverse aree:
1. regolazione delle emozioni: le persone non riescono a gestire emozioni intense e improvvise (come la rabbia) e mettono in atto condotte auto-distruttive (auto-lesionismo, abuso di sostanze, ecc.) quando iniziano a percepire come intollerabili e opprimenti anche minimi fattori di stress;
2. attenzione e consapevolezza: presenza di episodi dissociativi, amnesia e incapacità di focalizzarsi su uno stimolo rilevante. Queste difficoltà rappresentano il modo in cui gli individui cercano di sottrarsi ai pensieri, ai ricordi, alle sensazioni fisiche e alle emozioni legati alle esperienze traumatiche;
3. percezione di sé: le vittime di esperienze traumatiche ripetute sviluppano una visione di se stesse come indesiderate, deboli, impotenti, “danneggiate” e provano senso di colpa e vergogna cronici perché, nella maggior parte dei casi, si ritengono responsabili per ciò che hanno subìto;
4. rapporti interpersonali: incapacità di fidarsi o di entrare in intimità con gli altri, elevata sospettosità e isolamento sociale;
5. sistemi di significato: le persone iniziano a pensare che la vita non abbia più senso e che non saranno mai in grado di apportare dei cambiamenti positivi alla propria vita, come se osservassero se stessi, gli altri e il mondo attraverso delle “lenti di colore nero”;
6. somatizzazione: presenza di sintomi cronici a livello somatico (dolori addominali, nausea, vomito, mal di testa, ecc.) che non sono riconducibili a delle cause mediche e che sembrano rappresentare una modalità inconsapevole per comunicare il dolore emotivo (che i sopravvissuti a eventi traumatici non riescono a esprimere con le parole, né a se stesse né agli altri).
La ricerca ha dimostrato che uno dei modi più efficaci per affrontare le conseguenze del trauma grave è una tecnica nota come EMDR
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